martedì 26 marzo 2019

LAZZARO FELICE

E quindi [[el miedo escénico]] non era morto. E' resuscitato. Si torna alla vecchia casa. Non si sa per quanto. Ho sempre detestato i traslochi domestici perché ti costringono a fare i conti col passato. Tutto. Anche quello che volevi dimenticato (il diritto all'oblio dove lo mettiamo?). Gli scatoloni sono capsule del tempo che a volte regalano piacevolissime sorprese e a volte rasentano una pesantezza affossante, difficile da trascinarsi appresso. Però in quella casa albergano cose che mi piacciono abbastanza quando non  assai. E anche cose che meno, certo, ma basta non rileggersi troppo. 

domenica 6 gennaio 2019

OGNI MALEDETTA DOMENICA

El miedo escénico non è morto (o almeno spero) e allora, passata la paura, e non so quanto in controtendenza o no, ecco un nuovo vecchio blog. Cominciando dal titolo, se [[el miedo escénico]] attingeva dalla mia cultura (calcistica più che linguistica nella fattispecie) Seventh-Inning Stretch no. Nasce da quel motu proprio che fa sì che link by link si passi da una cosa che ci interessa ad un'altra e poi ad un'altra ancora fino a che non si approda a qualcosa che - come in questo caso - è rivelazione, se non epifania. Ogni riferimento al giorno è puramente causale. L'iter è stato questo: post di Paolo Nori > libro proibito > Salinger > I giovani - Tre racconti - Il saggiatore > traduzione > Delfina Vezzali > in memoriam > Don De Lillo > Underworld > prime 59 pagine > seventh inning stretch > magia e stop. Perché se è vero che talvolta nel correre da un link all'altro ci si perde (vero!) talvolta questo percorso ci fa trovare qualcosa. Che non è soltanto una nuova nozione o "cosa da sapere" ma qualcosa di noi. Qualcosa che aspettava di essere trovato. E perdersi dietro sentieri di memoria, vie nuove, approcci curiosi e casuali e deviazioni improvvise o improvvide (ciascuno può scegliere catene di link o concatenazioni di interesse originali, uniche e assolutamente diverse partendo da un punto A per arrivare a infiniti punti/mondi possibili, è quanto di più bello stimolante e magico offra questo nuovomondo in cui avere il tempo di perdersi lungo fili di collane più o meno preziose è un lusso d'elezione per cui vale davvero la pena di sviluppare per caso o per necessità la teoria dell'abbandonarsi. E allora questa sgranchita del settimo inning - posto che del baseball so poco o niente - è quello che ci voleva.

LAZZARO FELICE